martedì 28 dicembre 2010

"Aveva di nuovo smarrito la propria rabbia. Ne sentiva la mancanza." [W.G.]

lunedì 27 dicembre 2010

Bozza Cerebrale n.3

Mi chiedo, adesso, cosa si provi
a riuscire ad avere,
con tal semplicità,
qualcosa che qualcuno, prima, ha tanto desiderato,
forse per troppo tempo,
senza, invece, alcun o simile risultato.






[E' davvero così che dovrebbe andare?]

domenica 14 novembre 2010

Collodi.



Sulla sua personalissima seggiovia.
Su e giù, un po' sballottato, all'infinito.
Ma lo stesso sorride, sempre.
Per un pensiero passeggero, per autoironia, perchè forse ha capito.

giovedì 28 ottobre 2010

"Piange..."



29/10/2010 h 00:30

...Cambio di nuovo gamba,
la destra sulla sinistra.

Oltre la porta a vetri opachi,
oltre i brusii di chi è ancora qui con me,
all'ospedale semi-deserto.
Solo le urla della mamma.

E' indecisa, pare.

Sembra arrivare. Sembra uscire. Poi ci ripensa.
Come chi temporeggia ancora un poco sulla soglia di casa.
Magari ha scordato qualcosa.
Ancora uno.
[...]

h:00:40

Manca poco. Quasi arrivata.
Un po' più alta del previsto.
Un altro po' d'aiuto per uscire.

[...]

Nascondo una cerca emozione tradita solo da un lieve vibrare delle mani.
Con la musica in un orecchio e il rumore di passi ell'altro.
Arriva...


...!!!

h 1:30 [circa]

Il padre, s'affaccia su di noi dalla sala parto.
"Piange..." dice piangendo.

Eccola.
Sicura di non aver scordato nulla dall'altro lato.
Pelle rosa in un panno azzurro.
Ha già gli occhi aperti.

Ciao Gaia.

mercoledì 6 ottobre 2010

Il Nuovo Mo[n]do

"Ti faranno fumare
per farti sognare che
il futuro od "un messia"
presto tutto cambierà.
Ed avrai come vanto
una nuova condanna
ti diranno che il vento è
il respiro di una donna
per far sì che un lamento, uno solo,
copra ogni tormento di un velo..."



Parole già sentite dal me dell'infanzia
che, riascoltate adesso, acquisiscono un valore nuovo.
Parole in cui credere, che ispirano.
Un nuovo modo di pensare. Libero.
Un bisogno di vivere.
Di vivere posti nuovi.
Posti che magari avranno meno di quanto spero, da offrirmi.

Proverò di persona che si tratti della realtà o meno.
E forse è solo questo che in fondo cerco.
Nuove prove, in un mondo che sembra riproporsi spesso in simili modalità.

Parole già sentite in passato.
Basta arrivare al momento in cui si riuscirà a dar loro una nuova importanza.
Un nuovo modo di pensare. Libero.
Vivere.

"Ma se tu rifiuterai
di giocare all'attore
forse un libro scriverai
come libero autore."

martedì 27 luglio 2010

domenica 18 luglio 2010

M = A

Perchè io malinconico ci sono nell'anima.
E mi va bene così, anche se a volte cerco di far intendere il contrario [ma spesso anche no].
In realtà non credo nemmeno di aver mai tentato di mascherarla,
dicono che mi si legge negli occhi quando sto in silenzio, sulle mie.
Non ho mai creduto che sia stato utile nascondere come si è in realtà, o perlomeno non lo credo più da quando ho conosciuto gente che considero limpida, nei modi, nelle parole,
condizione che mi piace, tanto da seguirla io stesso.

Al limite, per difesa, ho tentato di scacciare per un po' la malinconia, ma sempre per me stesso non certo per chi sta a guardare.
Nella malinconia, credo, c'è più vedere, da sentire, da imparare.
Conserva dentro sempre una grande storia o tante piccole storielle, a loro modo belle...un racconto lo è sempre a suo modo.
La malinconia riesce a raccontare sempre più dell'allegria, o perlomeno meglio, con sentimenti maggiori, con occhi lucidi da contorno a volte...e dopo le lacrime, nel petto, è come aver raschiato via il ghiaccio dal frigo: poi c'entrano più cose, magari cose nuove,
più profumate,
più fresche.

In un'ostetata allegria, magari visibilmente eccessiva, ci vedo ben poco d'interessante.
E per carità, è sicuramente la condizione migliore, a cui si corre dietro continuamente... Ma credo che si riesca a legger ben poco, perchè non c'è più nulla da leggere,
perchè ci han già letto tutto,
perchè, magari, è lì proprio perchè non si vuole che nessuno ci legga nulla.

Vien da se che è molto più utile far bilanciare le due cose: malinconia = allegria.
E se proprio non ci si riesce, far tesoro delle parti migliori di ognuna di essa, quando, senza controllo, decidono d'alternarsi.

giovedì 15 luglio 2010

Santuzza Say No.

Band Man

"Ma quant'avi ca un fazzu sta via,
viaru Santa Rusulia?"
Ma Rusulia un mi talia...
Sarà ca ri munnizza e vucciria
puru idda si schifia.

martedì 13 luglio 2010

[...]



"...si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti, che non siamo riusciti a trattenere."

mercoledì 23 giugno 2010

Life in Technicolor

Questa musica, il suo particolare crescendo, oggi mi crea uno strano groppo in gola.



Ma non sembra tristezza.

lunedì 21 giugno 2010

I can see an Acid-sky.

La magia di trasformare in un frizzante giallo-verde anche gli angoli più grigi.

Un cielo acido che sa di musica sotto la pioggia,
come lacrime di gioia regalate quando non ne hai più di tue.

Un asfalto verde come un prato. Muri gialli come la dimora su ruote di un lungo viaggio.

La magia.
Aprire le lenti con un gesto della mano, come durante un prestigio, posarle sul naso, tra le sopracciglia e il paesaggio.

Ogni amaro diventa dolce, ma con una nota di aspro per non annoiare il palato.

martedì 8 giugno 2010

Bozza Cerebrale n.2

Ma non aspetto più però, dopo aver acquisito chiaramente la verità...
Ho un treno da prendere.
Ne sento il bisogno.
Anche se non so ancora quale destinazione.

giovedì 27 maggio 2010

Bozza Cerebrale n.1

Pare che, spesso, uno dei gesti più umili sia l'attesa.
L'importante, magari, sarebbe rimanere [o divenire] abbastanza lucidi da riconoscere se [e per quanto] valga la pena di aspettare...

[Una speranza inconsapevolmente vana non è pur sempre una speranza?]

giovedì 20 maggio 2010

Il gabbiano.


Sarebbe consigliabile scendere dal tetto della roulotte. E' vecchiotta, potrebbe sfondarsi...

...

Fa nulla...si riparerà.
Sto bene qui, disteso sul tetto, sigaro spento in bocca.
Guardo il cielo da non so quanto ormai.

- Ehi! Stai bene?!
...E' Eff che mi urla da sotto.
- Sei lì da ore! Sicuro che vada tutto bene Wo'?
Faccio una smorfia a mezza bocca e uno di quei mugolii di assenso.
- Vedi un po' che ha quello Audrey...Io vado a prendere un po' di caffè, magari si sveglia...

La trapezista afferra una di quelle funi che scendono dal tetto per salire, di quelle che uso per reggere i pacchi.
- Tutto bene...?
- Pensavo...
- A cosa...?
- ...Pensavo e...basta...

Si distende lì accanto. No che non si sfonda. E' leggera lei.

- Ho trovato un libro stamane, un piccolo libro su uno dei tavoli del pranzo. Dev'essere di quel "Jun"...è così che si pronuncia...?
- Quello sul gabbiano?
- ...ora capisco l'assonanza. Quel nome.
- Già...
- Lettura interessante...Rilassante, profonda. Dovrei evitare di leggere certe cose, mi rincoglioniscono le meningi.

Audrey sorride e mi catapulta uno schiaffo al centro del petto.

- Tanto lo so che ti è piaciuto, inutile fare il duro.

Sorrido.

- Adesso...penso.

Accendo il sigaro. Sbuffo.

- Penso a ciò che sto imparando ad essere. A chi ogni giorno mi circonda adesso, e chi lo faceva prima. Difficile non farsi scappare qualche smorfia, non credi?
- ...
- ...
- Sì. Quel libro è una gran bella bestia. Ma la dice lunga...

Stiamo lì ad osservare il cielo.
Passa un gabbiano. Chissà se è un caso.
Sembra interessato dall'aquilone di uno degli acrobati in calzamaglia, quelli con gli occhi a mandorla. Il piccolo.
Ha disegnato su una sorta di colorato gufo. L'aquilone intendo.
...sai che pianto se l'uccello lo butta giù.

La trapezista mi sfila il sigaro di mano e fa un tiro. Poi gioca col fumo tra le dita.

- Sai non è solo il libro...
- ...
- Sai la gente...gente nuova.
- Che vuoi dire?
- Ricordi quando ieri, saltellando, chiedevi se c'erano storie, notizie nuove...?
- Sììì...?
- ...
- ...
- Allora, sai, l'altra sera.......

giovedì 13 maggio 2010

Sorrisi su Sorrisi.

P: "a me piacerrime
ma ancora li vendono i rullini?
e le melanzane?
a parte i rullini e parlando di melanzane tutto sembra andare verso l'asettico
ma ballarò no
e ballarò è in una città dove neanche le stazioni ferroviarie sono non luoghi..."

Dr: "voglio conoscere il tuo spacciatore"

[...]

F: "- mi da 18 metri di Ilford HP5?
       - signorì, sono 20..che fa, lasciamo?
       - ehvvabbene..."

Dr: "ma...quant'è al chilo ?"

Leggere certe meraviglie quando, senza nemmeno doverci pensare troppo, hai già finalmente 1000 motivi per stamparti un sorriso... :)

martedì 4 maggio 2010

...

Capita.
Come se l'allegria fosse esaurita.
S'aspetta il sole a ricaricarla.

mercoledì 28 aprile 2010

Pensarci giusto un po', farsi coraggio e chiedere di ballare.
Senza una parola.
Uno sguardo soltanto, meno sicuri di quello che si mostra.
Sarà antiquato, ma cazzo, forse dovevo nascere 50anni fà [!].

martedì 27 aprile 2010

Gaudì

Stamattina, al mio risveglio, sul tavolo un palazzone "familiare" al tramonto anche se per me era l'alba appena.
Notizie da cari amici e un ispirato consiglio.
Allora prendo il mio blocco, vado all'ultima pagina e, sotto "Fare battaglia con il cibo", scrivo:

"Andare a Barcellona. (Consiglio di D & S)"

sabato 10 aprile 2010

lunedì 5 aprile 2010

[...]

"Le persone raramente fanno quello in cui credono. Fanno ciò che conviene, e poi se ne pentono"

/Bob Dylan

venerdì 2 aprile 2010

Pizza, Wine & Blues

Una margherita con melenzane,
Un bicchiere di Chardonnay
e un blues per i passi di ritorno, lievemente alticcio.
Il cervello, come in un bagno caldo sino al muso, ricama un sorriso sotto occhi semichiusi.
... :)

domenica 28 marzo 2010

W.



"Se è circo che vogliono, circo daremo!" proclama il capo al pubblico da sotto la bombetta con la sua voce da megafono.

Una sottile lidea dorata.
La luce che filtra dal sipario che mi sta davanti taglia a metà la mia sagoma nel buio. Illumina la fascia lucida del cilindro, mezzo naso, un po' di sigaro e di labbra più in basso, una fila di mezzi bottoni neri in seguito.

Osservo, come spesso capita, da dietro, prima di entrare.
Con due lati di velluto bordeaux rilegano le immagini oltre la tenda che separa dalla pista chi ancora si prepara.

Sbuffo di fumo.

Al di là, in calzamaglia rosea sui suoi muscolosi cavalli bianchi decorati di sonagli che torturano la terra rossa balzando in circolo.
Già visto. Brava lei, ma già visto.
Dopo sarà il turno dei pagliacci, anche se saranno uno in meno stavolta. Uno di loro piange in un angolo...Chi lo sa il perchè. Pare che a rider per professione venga poi più facile...
Lacrime colorate. Aveva già messo il cerone il poveretto. Prima una blu, accanto una rossa. Tiene le mani sul volto, chissà che pasticcio dev'esserci sotto.

Sbuffo di fumo.

Lo spettacolo già visto sposta la mia attenzione sempre sul pubblico, unica cosa sempre diversa ogni sera per chi sta dentro il tendone.

Un tizio grasso in giacca a scacchi che chiama la tabaccaia in calze a rete. Un bambino biondo che sporca di gelato le ginocchia del padre completamente stregato dal culo dell'ammaestratrice mentre la moglie accanto rovista nella borsa.
Uomini eleganti, maschi i soprabito di velluto, donne con foulard colorati su tailleur spenti, bambine in calze bianche e scarpette nere lucide, bambini in salopette e caschetto, nonne cotonate con cappelli di piume e nonni con pince-nez.
L'omone della sicurezza da un lato, un ragazzo vestito di stracci sul lato opposto. Magari un imbucato.

Come ogni sera sembro cercar qualcuno. Che non c'entri nulla con tutto il resto, che sia particolare.

Eccola.

Più o meno al centro della tribuna, una ragazza bionda, i capelli le nascondono parte del viso, compare solo la linea centrale del viso.
Ha un velo di delicatezza sul volto. Lo sguardo rivolto verso il basso, è l'unica a cui sembra non fregare nulla dello spettacolo.
Chissà a cosa pensa...In che modo.
Una persona. Un paesaggio. Una musica forse.
Alza un attimo gli occhi, marroni e lucidi. Sguardo assente, ma non piange...e non sorride. Solo...assente.
Ciò che cercavo l'ho trovato.
Nella mia mente si crea il silenzio. L'ultima cosa che sento è una cornacchia che si lamenta dall'uscio posteriore.
Tutto tace.
Adesso.
Getto il sigaro.

Sono pronto ad entrare.


[Grazie al  DOC per la foto.]

sabato 27 marzo 2010

Un giallo T2.

Che il mio posto non è fermo qui, lo so già.
Che la mia mente vaga, lo so già.
Impossibile che sia destiato a rimanere fermo qui, o in qualsiasi altro posto in cui mi ritroverò. Lo so già che avrò bisogno di muovermi, di esplorare, di scoprire e conoscere posti, gente, nuovi paesaggi, nuove mura di città.
Aspetto già da troppo che succeda. Dio se lo farò!
Aspetto. Forse un segno o magari un'occasione.

Mi auguro di trovare chi mi accompagnerà.
Qualcuno a cui darò magari solo un passaggio per un pezzo, che poi procederà per la sua strada.
Qualcuno che mi prometterà di rimanere con me sino alla fine del viaggio, che forse manterrà la promessa, forse no.
Può darsi, invece, partirò da solo e la mia famiglia sarà la gente poco per volta, miei compagni saranno tratti di persone in un loro particolare tratto di vita.

Accompagnato dal ritmo di un blues.

Perchè il viaggio inizi io aspetto qualcosa.
Magari solo il mezzo giusto.
Lo vedo già.
Tutto giallo o giallo solo per metà.

giovedì 25 marzo 2010

Corri.

Mi andava di scrivere.

Dopo tanto tempo che leggo soltanto e vedo in bianco e nero la realtà, mi andava.

Ne avevo voglia.

A volte, forse, il segreto è proprio questo: far qualcosa se si ha voglia di farla.

In fondo non è difficile.

Si passa il tempo a cercare di capire cosa pensa la gente attorno.

Ma basta provarci.

Un giorno s'inizia a canticchiare a voce alta nel traffico: fanculo agli altri automobilisti!

L'altro si ha voglia di ballare in un posto fuori casa, cacchio ti piace e scopri anche d'esserne capace almeno un po'!

Sempre più spesso si riesce ad attaccar bottone con uno sconosciuto e capisci quanto la gente, presa singolarmente, riesce ad essere un piccolo mondo e ti piace sentirne raccontare la storia.

Poi chissà, in un momento non ben definito di un non ben definito giorno, ti viene voglia, che ne so, di correre...

E allora inizi a correre.

Ti fermi "...solo per mangiare, dormire e...farla!"

Il trucco, forse, è tutto lì.

Hai voglia di correre quindi corri.

Fermandoti solo quando ne avrai di nuovo voglia.

In fondo non è difficile.


sabato 13 marzo 2010

sabato 27 febbraio 2010

L'abilità della parola scritta di poter espandere un attimo. Quanto vuole. Senza crear confusione.
Le parole sì. Quelle sì che ne creano.
La scrittura no invece. Possiede la virtù di poter aggiungere particolari, in fila, come binari in una vecchia ferrovia in costruzione. In fila. Ordinati e fermi. Uno dietro l'altro. Anche se diventano tanti, ore di lettura nella realtà, si limitano a stare uno dietro l'altro. In realtà raccontando un solo piccolo attimo. Entrandoci comunque tutte, anche se tante. Senza spintoni. Senza suoni.
Senza crear confusione.
Le parole, invece, sì.
Le parole sono sempre un po' maleducate. Si sovrappongono. Impazienti. Spesso fastidiose, anche se pronunciate con cautela.
Richiedono una fretta nell'esser concepite. Poco tempo per riflettere. Impulso nervoso troppo nervoso. Magari, alle volte, per loro perfido sfizio, escono fuori diverse da come le avevi pensate, deformando il vero significato che avevi immaginato. Più facilmente preda d'indecisioni. Spesso fanno cadere per metà le tue vere intenzioni, travolte da una fretta impreparata. Alla fine, il più delle volte, non corri il rischio. Ne ingoi la metà in segno di immediata autodifesa. Vigliacche le parole. Vigliacche e rumorose loro.

[Promemoria.
Scrivere - in ordine e silenzioso, senza indecisioni, senza fretta.
Parlare - disordinato, vigliacco, indeciso, impreparato.]

venerdì 19 febbraio 2010

SHOUT!

Degno salvataggio si può rivelare, alle volte, semplicemente URLARE!


[Felicemente beccata in radio al ritorno da una delle mie tarde serata da Vinile]

lunedì 15 febbraio 2010

Piccola stupida riflessione.

Come si può essere felici per qualcun'altro
quando non lo si è ancora completamente per se stessi?

sabato 13 febbraio 2010

Sipario resta.

The Guardian

Un po' fuorilegge.

Torno alla mia dimora confuso dai fumi dell'alcool. Non capitava da tempo.

Uscito da un cumulo di gente truccata, vestita e travestita. Mi ricorda le parole d'una canzone.

Di solito dispensante malinconia. Profonda malinconia. Stavolta mi impone una stramba allegria.

Ne godo poco di solito.

Stavolta un po' assente, un po' meno me stesso: il malinconico vestito di scuro.

Saluto le facce amiche, tra abbracci e battute cabaret.

Ricambo a fatica lo sguardo più ricercato tra tutti, nella confusione. In altri momenti mi sarei sforzato di far finta di nulla, per non "disturbare". Per non "indebolire" la mia immagine, fiero esempio.

Scappando. Imbocco le vie vecchie della città. 

L'asfalto lucido, sferico, di riflessi liquorosi. Notturni.

Un mercato, chiasso al giorno, silenzio la notte.

Come un sipario che rimane dopo lo spettacolo: tendoni sgargianti e casse colorate con un nulla di elementi che lasciano i loro profumi a memoria. Come travestimenti di una scena in attesa d'esser ripetuta per il gusto del pubblico diurno. Pagante.

Mai visto vestito di nero e riflessi.

Al posto del fiero contrabbandiere di sigarette solo silenzio e luci arancio.

giovedì 11 febbraio 2010

Cresci.


- Siediti, Pehnt - diceva la gente.

- Grazie - diceva lui, e saliva in piedi su una sedia.

- Non che sia il massimo dell'educazione - diceva la vedova Abegg.

- Neache cagare è una delizia. Ma ha i suoi vantaggi - diceva Pekisch.

sabato 6 febbraio 2010

La Fine di una "City"


Mi ero affezionato a loro. Voglio dire, mi affeziono ogni volta, ma stavolta di più credetemi.

Sarà per da chi e come m'è stato donato, per la dedica... :)

Sarà per la voglia che avevo ogni volta di leggerlo ad alta voce, mai avuta per nessun altro libro.

Sarà...Sà.

Un libro che sa di tanto, proprio tanto come una Città, davvero.

Che sa di piccoli genii che tali non vorrebbero essere, di incontri di boxe sulla tazza del cesso, di sudore e gomma da guantoni, di amici giganti o muti,

Che sa di western, di "puzza di sigaro e merda", di roulotte gialle trainate da carri armati, di "una  grassa fritta e caldiccia combinazione n.6" e di frecciatine al fast food.

Badate, non sono mancate parti tristi, di cruda realtà, di quelle che danno motivo di tali enormi e fantasticamente belle invenzioni del pensiero utili, non a dimenticarle, piuttosto a dare una cornice più apprezzata, più vivibile. Parti tristi, che non davano tristezza, forse dispiacere, ma non tristezza. Al limite... uno strano sollievo.

"Shatzy Shell. Niente a che vedere con quello della benzina."


martedì 2 febbraio 2010

"che salutava tutti quanti"


Un po' grottesco. La semplicità di una canzone. Un paio di riflessioni.

Un balletto comico. Una fetta di spiaggia.

Benvenuto e addio universale.

sabato 30 gennaio 2010

Pronti. Partenza......SCREEETCH!

"...di tanto in tanto salta, s'incanta, scricchiola,

come la puntina su un vecchio vinile.

Passa su di un pensiero, convinta di superarlo, di seminarlo

e poi SCREEEEEETCH!...inciampa, e si scaraventa indietro,

dopo averlo appena superato, fiera e ancora in corsa, se lo ritrova davanti ancora una volta.

E ancora...

E ancora...

E ancora una...

Fiera del suo vantaggio, viene spaventata dal caotico balzo e di nuovo indietro.

Angosciante sentirsi sempre al solito, medesimo punto...

Ma ancora di più lo è quello stramaledetto momento di silenzio in cui si piomba dopo aver picchiato il culo sulla fastidiosa scacchettata linea di partenza...

Ma non importa.

Si decide, pensa egoisticamente a chi sta peggio di lei e si tira su.

Si spolvera i calzoni con un paio di pacche stizzite, come fosse una punizione, come quelle che sopportava da piccola per essersi allontanata troppo dal tavolo dei suoi.

Si accerta che nessuno abbia assistito alla sua figuraccia, guardando prima a destra, poi a sinistra, indietro.

Riparte, stavolta disinvolta,

pensa "Magari faccio l'indifferente, funziona."

E poi...

D'improvviso...

Come fosse la prima volta che le capita...

...

...

...

SCREEEEEETCH!!!

...

Scema..."



mercoledì 27 gennaio 2010

Nonpensare



L'ascolto...

Quel piano...

La voce lieve...

Ricordi non miei nella mia mente...

Un prato verde di cui non si vede la fine scorre ad altezza viso, come se lo stessi sorvolando a pelo...

Profumo di rugiada che evapora ad un sole lieve, che ondeggia su un vento, un vento timido...

Al suono delle trombe vedo alternarsi alberi alti, corteccia scura e vecchia, ma senza finire in foresta, pochi, respirando fieri come a guardia del basso verde.

Nonpenso alla gente, a pensieri miei. Ma in quel luogo, pensiero nel pensiero, non mi da fastidio nulla... come fosse un filtro.

Profumo...

Solo un delicato profumo...

Un sorriso sgranato, un po' ebete forse, ma chissenefrega nessuno ti può vedere farlo e ti piace così tanto farlo...

Finita la melodia torno in me.

Sento qualcosa tra le labbra, magari è un petalo...


lunedì 25 gennaio 2010

"Orgogliosamente Pieno"


Stasera ero felice.

Un'idea comune: di fronte al mare con una bottiglia di Chardonnay.

Vento forte che ci liscia la faccia, la rende insensibile. In tre a festeggiare l'anno, il nostro personalissimo, circense capodanno.

Eff saltella, brinda, bevacchia la sua parte di vino allegro, forse già un po' alticcio;

saluta il mare con un paio di urli sgraziati, un paio di sassi lanciati scombinatamente. Ci abbraccia gettandosi, facendosi tirare su, penzolando sulle nostre spalle, per una volta, lontano da terra per poi ricandere sghignazzando, perdendo anche un po' dell'alcool oro.

Audrey, anche lei volteggia, segue il vento, lo fa suo in una danza, tenendolo tra le dita affusolate, eleganti.

Già un po' alticcia anche lei, magari anche più di noi, inciampa ogni tanto, dona il suo viso e il suo sorriso alla luna. 

Le piace proprio.

All'angolo della costa siamo. Ci addentriamo ancora, su una lingua buia di terra, tra sagome buie spigolose delle piante selvagge, impiastrate di salsedine.

Danziamo rivolti al mare, il nostro pubblico, c'inchiniamo a lui.

La luna ci fa da riflettore, il cielo da tendone. Il vento, entra a spiare dall'apertura sul fianco.

Ancora una volta mi ritrovo a roteare con la trapezista, piroetta per me e si accosta, avanti e indietro seguendo il piano. Parole sussurrate, un paio di sguardi, poi sorrisi...


Poi, senza fermarci afferriamo Eff che ci osserva, diventiamo un girotondo con la ghiaia che esplode tra i nostri calzari bizzarri, eleganti o leggeri.

Quando la testa comincia a far cedere un po' i piedi ci fermiamo. Un attimo di silenzio per offrire la faccia ancora una volta al vento.

Annusiamo l'aria, odore di mare, lo stesso che, risaccando sulle pietre, ci applaude.

Sul finale.

Un Mago sorride discreto, basta, stavolta, il suo fiero grugno per nascondere come si sente. Finalmente.

Sulla nostra bottiglia di vino ormai vuota leggo "Orgogliosamente Pieno".

www.youtube.com/watch?v=RnBl6JC6QNU

mercoledì 13 gennaio 2010

L' Assistente


Al circo s'è aggiunto un nuovo elemento: il mio assistente, anzi, LA mia assistente a quattro zampe.

L'ho chiamata Shatzy [proprio così, come Shatzy Shell dei western.

Un cane bianco nevischio, col suo bell'alone di grigio fumo, regalo della strada.

Un assistente perfetto per il mago, Shatzy: noi, il bianco e il nero, a fianco, il puro e l'oscuro come il bene e il male sempre a breve distanza.

Come unici colori d'una foto  d'altri tempi.

E' perfetta. Shatzy.

lunedì 11 gennaio 2010

Testa di Mago


Passi su un asfalto freddo, i miei stivali scricchiolano e sfregano. In un’ora dove neanche più le auto hanno voglia di star sveglie, un freddo fermo, niente vento, niente pioggia, eppure il fiume sotto il ponte che sto passando si lamenta ugualmente, sa di rabbia il suo infrangersi, unico frastuono nella notte…

Nemmeno un pipistrello squittire paura si sente.

Mi fermo a metà dell’arco, mi sporgo, guardo giù: sporco e iracondo, fatto da mille punte schiumose, sembrano taglienti, lame in movimento di chissà quale medioevale marchingegno di tortura.

Sembro star lì a cercare il coraggio di farla finita, inghiottito da quella furia, invece no. Essere così vicini al fiume, a ciò che in un attimo potrebbe diventare la fine fa pensare nel modo più sincero e forse beato ch’esiste, anche se si pensa al pesante della vita che vivi.

Un timido soffio mi sfiora il viso, passando proprio di lì, pregandomi di tornare in me… Abbasso il cilindro più sugli occhi per nascondere magari una lacrima che scende al “Nessuno”, troppo fiero anche per mostrare debolezza a lui.

Malditesta.

Ripenso alla trapezista, compagna di danze improvvisate, di lunghe chiacchierate, di rituali vizi, di colorate fantasie. Ultimamente tristemente lunatica. Onde di assente tristezza spazzano via i suoi sorrisi, come quelli che bianchi si deformano in aria durante i suoi volteggi. Tanti pensieri l’infastidiscono, piccoli acciacchi la rallentano. Ma non la fermano. Attendo di rivederla piroettare in aria, compiaciuto sbuffando dal mio sigaro mentre aspetto il mio turno, il mio spettacolo.

Eff e le sue fitte sempre più rare. Sta migliorando il nano. Tornerà presto in campo, lo so. Già riprendono i divertenti teatrini solo lui capace di creare, anche fuori dal cerchio. Si riprende ad uscire, a darsi all’alcool, divertenti deliri, vera vitalità .

Offro un pensiero anche ad altre amicizie, alcune perse per strada, col tempo, altre ancora tiepide. Penso a come stupidamente ripenso a loro nei momenti più sbagliati, o a volte troppo tardi. Mi chiedo perché lo faccio, perché rendersi conto, ricordarsi solo in ritardo di come si sta bene con certe persone. Spero di rivederle. Di esser cambiato tanto, da esser io, di tanto in tanto, a prendere l’iniziativa.

Mi maledico.

Il malditesta si allevia un po’.

Viaggi mentali a ritroso. Classico “pensare alla vita”.

Rischio di prendermi un accidente. Torno in me, nel mio sguardo malinconicamente fiero. Il mio spettacolo m’attende.

La magia.

Ripiego nel mio mantello nero e bordeaux.

Seguo la linea bianca in mezzo alla strada e mi perdo nella notte.

Oltre l’ultimo lampione accesso, già tuttuno il mio vestito nero col nero della notte.

venerdì 8 gennaio 2010

"Io mi chiamo G."


"In un inferno, mio signor G
via, non diciamo frasi così

"tutto s'aggiusta" questo è il tuo motto

non lo ricordi, hai sempre avuto quello che hai dato."

Il Signor G la sa lunga. Possedeva una sincera teatralità.

Fà pensare alla vita, a molti aspetti. A volte solo quotidiani, ma anche più ampi.

Capace di farti sorridere, poi malinconico, ma abile nel concludere sempre con una nota d'allegria. Reale.

Non esattamente spensierato, ma splendidamente stimolante.

Voglio  diventare un po' come lui credo...

Intanto gli dico: Grazie!

www.youtube.com/watch?v=3xDD9ATXzHY


giovedì 7 gennaio 2010

...


Cerca di essere più che puoi euforico, ma con moderazione: un po' di tristezza rende vivi, troppa euforia rende stupidi.

Dimostra i tuoi abbracci a chi desideri tanto dare, ma sii lontano per sapere che non sei il solo a volerne ancora.

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Proverò a trattenermi più che posso, ma con la promessa di rivelarmi un po' alla volta: che sia un regalo o una condanna. Non so.

martedì 5 gennaio 2010


"Non c'è in nessuna donna tutta la donna che c'è in un tacco a spillo perso per strada."

venerdì 1 gennaio 2010

Dolce Vita


Un caffè corretto,

un sigaro secco,

magari della liquirizia amara, 

un libro di Baricco e un cappello eccentrico giusto un po'.